lunedì 10 settembre 2012

Essere "Indipendenti"

“Indipendenza” e’ la parola chiave da tanti usata per dire cio’ che cercano per sé e per la propria impresa.

Cerco però di andare a fondo del concetto, perché so bene che spesso viene traviato nei tanti avvenimenti quotidiani.

E’ “indipendente” l’imprenditore che inizia a pensare ai suoi sogni e visioni strategiche senza mai iniziare dai pregiudizi lanciatigli da persone influenti che ha avuto modo di conoscere. Il cui parere puo’ essere per certo onesto, quanto viziato da una loro “dipendenza” dal sistema in cui operano. L’ imprenditore dovrebbe sempre e solo pensare con la SUA testa, se vuole ritenersi indipendente. Steve Jobs lo insegna, da sempre, al mondo intero.

E’ “indipendente” chi sa pensare in modo nuovo o diverso il suo approccio al mercato. Perche’ nessuno ha scritto delle leggi in materia, ma sovente la maggior parte tende a fare le cose uguali. Poi pero’ passano alla storia aziende come IKEA che rivoluzionano del tutto il modo di raggiungere il cliente con uno dei prodotti piu’ antichi sul mercato…

E’ “indipendente” chi sa restare mentalmente lontano dal suo fabbisogno quotidiano, ovvero il companatico sulla tavola. Questa e’ di gran lunga lo sforzo piu’ difficile, giacche’ “tutti devono mangiare”, lo so bene. Eppure e’ proprio il denaro, in assoluto, il piu’ intransigente padrone dell’ imprenditore. Il quale, sia sempre chiaro a tutti, cerca e vuole guadagnare. Ma questo non e’ ne’ sara’ mai il suo obiettivo primario, come potrebbero testimoniare la somma massima degli imprenditori piu’ affermati. E’ solitamente l’obiettivo primario iniziale, ma mai il motivo di continuita’ dello sforzo.

E’ “indipendente” infine chi sa davvero estrarre da dentro di se’ le motivazioni, gli impulsi, le velleita’ che lo portano su una strada sempre piu’ difficile, piu’ faticosa, e soprattutto piu’ pericolosa di quella del lavoro dipendente. Infischiandosene di quello che gli altri vorrebbero dalla sua persona, o gli consiglierebbero, anche in buona fede, di fare.

Perche’ l’ unica via all’ indipendenza e’ quella che porta verso noi stessi, ovvero anche verso i nostri difetti, mancanze, stravaganze. Nella coscienza che ci sono, per tutti, e non possiamo dimenticarli.

Possiamo pero’ tutti fare ogni singolo giorno miglioramenti in una o piu’ aree per divenire infine non tanto l’ imprenditore, quanto la PERSONA che vogliamo.

Per me l’ indipendenza racchiude tutto quanto sopra; a volte e’ dura, durissima, mantenerla.

Ma personalmente la ritengo fonte di vita indiscussa.

sabato 8 settembre 2012

Consigli utili !

Come investire in borsa,

...non farsi male ed ottenere buoni risultati !





Diffidare del "sentito dire"
Diffidate delle voci messe in giro da giornali, televisione, banche, borsini, amici e conoscenti. Spesso le voci sono abilmente gestite da chi ha potere sui titoli e fa esclusivamente i suoi interessi.

Strategia
Pianificate una strategia precisa: abbiate idee chiare sui prezzi ai quali e il momento di comprare (capire il "timing" giusto e il principale tra gli elementi da individuare) e ponetevi un target di vendita gia al momento dell'acquisto.

Supporti e resistenze
Farsi una propria idea delle possibilità di un titolo valutandone supporti e resistenze.

Stop-loss
Applicate sempre gli stop-loss:
al momento dell'acquisto di un titolo dovete sapere gia quanto siete disposti a perdere nel caso stiate commettendo uno sbaglio. Fissatevi un prezzo al di sotto del del quale non siete disposti a scendere, se vi trovate a varcare quella soglia, vendete e cercate qualcos'altro. Ricordate: occasioni buone ce ne sono tutti i giorni, una perdita di pochi punti ci può sempre stare, ma pensare: "aspetto di recuperare almeno la cifra che ci ho messo" è una logica molto pericolosa, si può rimanere ingabbiati in un lungo e frustrante trend ribassista. Il proprio portafoglio di base è sempre la cosa più importante, se cominciate ad intaccare quello, la situazione diventa pericolosa.
E' comunque importante ricordare che il calcolo degli stop-loss è strettamente correlato con vari elementi, soprattutto con i supporti di prezzo.

Non credete ai luoghi comuni
Non pensate che bisogna semplicemente comprare quando il mercato scende, oppure che non si vende mai se si è in perdita. Questi sono luoghi comuni privi di senso, bisogna valutare ogni precisa situazione in ogni preciso momento del mercato.

Non credete ai target sicuri
Se qualcuno vi dice che un titolo arriverà sicuramente ad un certo prezzo, o non capisce un granchè di borsa, o sta facendo solo i suoi interessi, o è qualcuno in alto (ma molto, molto in alto), o è un mago (in questi ultimi due casi vi saremmo grati se ci presentaste la persona in questione).

Non affezionarsi mai ai titoli
Alcuni investitori seguono sempre un numero limitato di titoli che reputano più affidabili degli altri. Non esistono titoli migliori di altri, ma solo situazioni propizie e situazioni sfavorevoli.

Nel trading le emozioni sono nostre nemiche
Convincetevi del fatto che il trading in borsa è una disciplina mentale: mantenete distacco dalle vostre emozioni, attenetevi alla strategia che avete pianificato, cioè: acquistare se si verificano certe condizioni e vendere se se ne verificano altre. L'euforia è il panico portano sempre ad errori gravi.
Se s'impara a controllare la propria emotività, si agisce con lucidità e razionalità, i risultati sono migliori sia per il portafoglio che per la nostra qualità di vita. Il trading in borsa e un'ottima palestra mentale che può portare soddisfazioni e auto-stima a 360°, ma solo se si segue metodo, disciplina e consapevolezza di se stessi.
E' innegabile che il trading racchiuda in se elementi di fascino e passionalità, in fondo si tratta di una continua, quotidiana partita a scacchi tra "tori" e "orsi", ma dobbiamo cercare di mantenere l'adrenalina a quei livelli minimi che ci inducono un innalzamento dell'attenzione e della concentrazione, e non l'offuscamento dovuto a paura o euforia.

Saper aspettare
Qualcuno ha detto che il trader deve avere la pazienza del lupo, che nascosto tra la vegetazione sulla collina, rimane immobile per giorni ad osservare il gregge. Questa metafora è azzeccata, infatti l'errore classico che fa chi è alle prime armi col trading è la fretta. La voglia di fare soldi facili è una trappola che prima o poi scatta e fa la sua vittima. Il principiante può avere fortuna una, due, forse tre volte, poi in genere arriva il momento in cui in un colpo solo perde tutto il guadagno accumulato, così subentra lo sconforto, a cui segue una serie di errori a catena dovuti alla mancanza di una strategia pianificata.
Quando si hanno chiari i parametri nei quali si deve aprire e chiudere un'operazione, non resta che aspettare immobili e osservare quello che succede, questo è un modo saggio di agire, ci si deve muovere solo allo scattare dei segnali che stiamo aspettando.

Se si è indecisi, stare fermi
Non è che per forza bisogna fare trading in continuazione. Se non si hanno idee precise è meglio non far niente e attendere che ci siano segnali più chiari.
Questo consiglio è particolarmente valido in quelle fasi in cui il mercato è poco prevedibile, magari con parecchia volatilità.

Imparare dagli errori
Gli errori non sempre sono negativi:
se si segue una strategia con metodo, se si applicano gli stop loss, non si compieranno errori particolarmente gravi.
Gli errori sono parte integrante del trading di borsa, anche il più grande analista di questo mondo sbaglia, bisogna analizzare i perchè degli sbagli e imparare dagli errori commessi.
In questo modo una piccola perdita può diventare un buon investimento per il futuro.

mercoledì 6 giugno 2012

Trading: illusione o professione?

Giocare in borsa… Questa frase accompagna e condiziona il nostro immaginario da sempre, o meglio, da quando, negli anni Ottanta, i telegiornali cominciarono a occuparsi quotidianamente dell’economia legata ai mercati. Giocare? Allora è tutto uno scherzo! Non si fa altro che sostituire la passione per il poker o per la roulette con un gioco nuovo. Questa frase e le considerazioni da essa scaturite hanno accompagnato tutto il mio percorso formativo di trader: ma sarà una professione oppure si tratta di una dolce illusione? Per anni sono rimasto con questo pesante dubbio. La verità è che sui mercati c’è chi ‘gioca’ e chi è un professionista. La maggior parte delle persone che si avvicina al mercato lo fa perché pensa che si possa diventare ricchi facilmente, ma solo alcuni hanno la fortuna e la costanza di approfondire la conoscenza di questo affascinante e complesso mondo dei mercati. Solo dallo studio e dalla razionalizzazione delle proprie esperienze si può iniziare a comprendere il corretto atteggiamento per fare il trader.

Paradossalmente, il percorso di trader inizia dalla decisione di affrontare i mercati o in modo superficiale o con un approccio il più possibile cosciente e sistematico. Il trading deve essere affrontato come professione, altrimenti si è destinati ad essere spazzati via dai mercati. Una professione difficile, dove non ci sono privilegi acquisiti: il mercato è durissimo non solo con il conto corrente, ma, soprattutto, con la psiche di ognuno.

Per affrontare la professione di trader, dunque, bisogna cominciare con il pianificare minuziosamente le proprie strategie e la loro logica e, inoltre, cosa fondamentale, capire come gestire il proprio capitale: il money management. Proprio così, è solo capendo il ruolo e l’importanza del money management che si trasforma il ‘gioco’ del nostro immaginario in una serissima, complessa e affascinante professione.

Non si pensi di avvicinarsi al mercato come un pozzo da cui tirare fuori soldi e, soprattutto, non si pensi che un trader sia uno che, quando ha bisogno di soldi, faccia qualche clic. Il trader è uno che lavora tantissimo sui grafici, sulla conoscenza dei mercati e, cosa molto complicata, sulla formazione del proprio carattere e dei corretti atteggiamenti. Quanto prima si capisce come debba essere professionale la gestione del trading, tanto prima si comincia un percorso che può portare al successo.

sabato 26 maggio 2012

La mia Filosofia

1) TRADE THE TREND : opera sul trend e solo a favore di questo evitando di andare contro il mercato

2) CUT YOUR LOSSES : taglia le perdite prefiggendoti stoploss prima di entrare sul mercato

3) USE A TRAILING STOP : usa stop scorrevoli quando la tua posizione entra in gain (guadagno) in modo da salvare i profitti.

4) LET RUN PROFITS :lasci correre i profitti; soprattutto quando non ci sono target precisi non provare a predire.

5) BUYING STRENGH AND SELLING WEAKNESS : acquista titoli rialzisti e vendi quelli ribassisti….di qui deriva la grande diatriba tra coloro che comprono ipervenduto e vendono ipercomprato.

6) THE STOCK MARKET IS ALWAYS RIGHT AND ALWAYS TELLS ITS OWN STORY BEST : “il mercato ha sempre ragione e racconta sempre la sua storia meglio di tutti “ cio’ significa che la dinamica dei prezzi e volumi spiega tutto e non sono necessari altri artificiosi indicatori (anche questo e’ un argomento niente male luogo di contrasto tra i fedelissimi di RSI ,MEDIE MOBILI e PISTE CICLICHE VARIE……. Alle regole imparate da altri egli seppe aggiungerei sue ed il cocktail risultante fu arma fondamentale per avere qull’approccio mentale indispensabile per vincere sui mercati.

7) Sono convinto nella specializzazione… trova un mercato con il quale hai affinita’ e fanne la tua ossessione…..

8) Il mio obiettivo nel trading e’ di non avere mesi in perdita

9) Il trading e’ una professione e come ogni professione necessita di anni di apprendimento ed esperienza

10) I trade for money ( io trade per guadagnare )

11) Sto male dopo ogni perdita che talvolta mi allontana qualche giorno dai mercati

12) Gli indicatori devono essere usati come conferma del movimento dei prezzi, non come previsione di essi !!!



Tratto da “how i trade for living” di Gary Smith

giovedì 1 marzo 2012

La tua Opportunità nel Mondo Finanziario !

Fino a qualche anno fa era praticamente impossibile pensare di operare efficacemente sui mercati finanziari. Con l’avvento del trading online e delle connessioni internet veloci, le barriere all’entrata di questo affascinante mondo hanno cominciato a vacillare, aprendo le porte a nuove figure professionali.



Il Trader Professionista rappresenta un lavoro innovativo per tutti coloro che desiderano confrontarsi sui mercati finanziari pur avendo a disposizione un capitale da lavoro pressoché esiguo rispetto ai grossi operatori che ne fanno da padrone. Inoltre, con l’accezione “professionista” si fa riferimento a quei trader che hanno deciso di intraprendere questa attività in modo professionale, destinando almeno 3-4 ore al giorno del proprio tempo. Dunque, non un hobby o passatempo ma un vero e proprio lavoro. Bisogna tener presente che ciò non implica l’abbandono del proprio impiego principale. Infatti, la professione di trader va vissuta come un’esperienza imprenditoriale capace di fornire una fonte aggiuntiva di reddito. E’ chiaro che, in ogni azienda che si rispetti, esistono dei necessari e fisiologici step da compiere in maniera graduale e con il giusto timing.

L'aspetto interessante è che non occorre aprire una partita Iva per svolgere questa attività, quindi niente commercialista, niente contributi inps e niente IRPEF. La ritenuta applicabile sui dividendi delle azioni depositate/registrate (ovvero imposta sostitutiva per strumenti finanziari in
Monte Titoli) è pari al 12,50%, trattandosi di partecipazioni non qualificate e non relative all’impresa


E' un’attività adatta per chi dispone di tanta pazienza e persistenza, con step graduali e senza voli pindarici. L’obiettivo è diventare col tempo professionisti della materia.

Quanto può guadagnare un Trader Professionista?

Penso che ormai anche in Italia ci siano esempi chiari di persone che hanno lasciato il loro mestiere per dedicarsi a tempo pieno al trading e che hanno saputo dimostrare che con costanza e metodo si possono ottenere dei risultati non indifferenti. Ormai da cinque anni mi confronto giornalmente con il mercato: è sempre una sfida allettante e formativa. Per restare vincenti occorre prima di tutto conoscere se stessi: accettare i propri limiti e le proprie debolezze per ripartire più forti e consapevoli dopo le difficoltà che inevitabilmente si dovranno affrontare. Bluffare con il mercato non è mai una buona cosa: quando scopre le tue carte può fare molto male mentre nella vita a volte si può bluffare su tutto e farla sempre franca. Detto questo, un Trader Professionista mediamente dovrebbe portare a casa tra le 200 e le 500 euro al giorno (cliccando sull'immagine a sx potete visualizzare una mia giornata tipo con i profitti realizzati fino alle 13,00), in maniera da potere accumulare un capitale per il futuro. Prima di arrivare a queste cifre, però, occorre perseverare e capire qual è l’atteggiamento personale migliore.


Per approfondimenti su questa professione iscriviti adesso al corso gratuito ! - Giuseppe Atorino "Agente Immobiliare Gabetti"

martedì 23 novembre 2010

Seminario Gratuito - La tua Opportunità nel Mondo Finanziario

IL prossimo Seminario si terrà prossimamente

Intervenite numerosi come sempre !!!

giovedì 5 giugno 2008

Impara il Trading da zero !

Gli strumenti, che servono per avvicinarsi al trading e la loro importanza.

È chiaro che questa professione è diventata accessibile a tutti solo da quando i mercati finanziari sono informatizzati; quindi sono necessari alcuni strumenti.

Il primo di cui il buon trader ha di bisogno è sicuramente un PC; per poter essere collegato ad un mercato serve un collegamento ad internet, veloce ed affidabile; poi bisogna risolvere il problema dei dati da utilizzare e il software per poterli elaborare; ultima cosa, ma forse la più importante, la scelta dell’intermediario per le nostre transazioni, il famigerato broker.

Vediamo come scegliere i nostri strumenti.

Per quanto riguarda il PC, ormai sul mercato sono disponibili a buon mercato computers affidabili e con prestazioni sufficienti: se il PC è adatto ai giochi, va bene anche per il trading. Indicativamente può bastare un processore di fascia media, una memoria ram da 512Mb, un hard disk da 80 Gb; il monitor deve essere a cristalli liquidi o al plasma da almeno 17 pollici.

Il collegamento ad internet, specialmente nel trading intraday, risulta spesso determinante. Non basta focalizzare la propria attenzione sulla velocità, ma, soprattutto, sull’affidabilità. Immaginate cosa succederebbe se, nel momento in cui inserite un ordine, si interrompesse il collegamento e non riusciste più a seguire la vostra operazione, magari rischiando, se avete sbagliato la direzione del mercato, di rimetterci ‘le penne’. Una buona soluzione è avere un collegamento d’emergenza che garantisca la possibilità di ricollegarsi al mercato velocemente; ad esempio, usare un collegamento ADSL (fra le tante offerte del mercato) e avere pronto il buon vecchio modem a 54 kb/s per l’emergenza.

La scelta del software è un po’ più complessa di quello che sembra. Spesso ci si limita all’utilizzo del software che viene fornito dal broker, ma non è detto che sia adatto alle nostre esigenze. Noi consigliamo di usare un software per le analisi dei mercati ed uno per l’immissione degli ordini. Per le analisi è necessario che si abbiano a disposizione strumenti grafici duttili ed efficaci, con la possibilità di fare backtesting e selezionare, secondo particolari criteri, i titoli. Esistono tanti ottimi prodotti sul mercato, ma noi riteniamo che, per cominciare, non si debba fare una grossa spesa e si possa utilizzare un software funzionale, ma non molto complesso. Su internet ci sono diversi software non a pagamento, ma per esperienza possiamo dire che Prorealtime (www.prorealtime.com) sia un’ottima scelta, non solo perché gratuito per i dati daily (basta la registrazione), ma perché fornisce degli ottimi tools grafici e un modulo per il backtesting.

Per quanto riguarda la piattaforma che materialmente vi consente di entrare sul mercato è necessario che sia velocissima, chiara e di semplice utilizzo. Il tempo di immissione dell’ordine è un parametro molto importante: ogni fornitore dovrebbe darlo, altrimenti è bene che lo richiediate voi. Poi dovete vedere personalmente quanto l’interfaccia grafica sia, per voi, chiara, e valutarne la velocità di utilizzo.


Il Broker !

l broker è colui che ci permette di accedere tramite il nostro PC al mercato. La scelta della banca o della SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) che deve farci da intermediario è una delle più delicate e delle più complesse.

Poiché il trading è diventato un grosso business è chiaro che i fornitori di questi servizi sono proliferati e, come spesso accade in queste situazioni, bisogna capire bene come orientarsi tra tutte le possibili offerte. Chiaramente noi non possiamo indicare un particolare broker, ma possiamo indicare quali siano i criteri principali e le domande che ci dobbiamo porre per fare buone scelte.

Cominciamo col dire che la scelta del broker è strettamente personale, nel senso che deve rispondere alle esigenze di trading di ciascuno.

Il primo criterio da adottare può sembrare banale, ma è il buon nome della banca o SIM; ci sono, purtroppo, sul mercato molti ‘furbi’ e può essere pericoloso affidare i propri soldi ad aziende poco conosciute di cui non si hanno particolari riscontri.
La seconda cosa da osservare sono i servizi che vengono offerti: non ci facciamo prendere in giro con cose apparentemente mirabolanti che poi a noi non servono a nulla. Ad esempio, se mi offrono un book a 20 livelli. Quando parliamo di qualità dei servizi pensiamo alle cose che sono necessarie al nostro stile di trading.

Terza cosa: la stabilità del servizio. Il collegamento con i mercati subisce delle interruzioni? E perché? Avviene occasionalmente o con regolarità? Per il mio stile di trading debbo valutare se questo è un rischio accettabile, mettendo in conto che da questo tipo di inconvenienti non si può essere esenti.

Quarto. Il servizio che ci viene fornito quali tipi di ordine riesce a gestire? È possibile inserire ordini condizionati, stop loss e stop profit (concetti che spiegheremo approfonditamente quando parleremo di Money Management)? È possibile lo short trading e a quali costi? È fondamentale capire, tenendo presenti le proprie esigenze, come vengono gestiti gli ordini, e se sono fornite tutte le possibilità che sono utili alle mie esigenze.

Quinto. La piattaforma di trading che viene fornita ha tools grafici che permettono uno studio del mercato che stiamo analizzando? Ci sono strumenti di selezione dei titoli personalizzabili? C’è un modulo di backtesting (uno strumento per testare la propria operatività)? Anche qui dobbiamo avere chiare le idee sugli strumenti che ci servono per selezionare i titoli e i mercati su cui investire.

Sesto. Quanto è veloce e semplice l’inserimento degli ordini? Con quale velocità l’ordine arriva al mercato? Questo punto è molto importante, soprattutto per chi fa trading intraday, poiché in questo incide molto il cosiddetto slippage (differenza di prezzo tra ordine inserito e ordine eseguito) sul bilancio delle operazioni.

Settimo. Le commissioni. Abbiamo lasciato per ultimo questo argomento, perché sappiamo come sia spesso, purtroppo, l’unico criterio che ci fa scegliere il broker. Questo è assolutamente sbagliato, perché alcune volte è meglio pagare qualche centesimo in più sulle commissioni, piuttosto che avere un servizio poco affidabile o lento o troppo complesso da utilizzare, che alla fine ci farà perdere ancora più denaro.


La preparazione

Una volta fatte le scelte degli strumenti possiamo affrontare il mercato pensando di poter guadagnare: «Cosa ci vuole? In fondo, basta un clic!». State attenti; questo è un momento pericoloso per voi e soprattutto per il vostro conto corrente.
Facciamo una riflessione insieme: cosa significa guadagnare su un mercato finanziario?
Noi eseguiamo delle transazioni in cui acquistiamo un qualche strumento finanziario da chi, in quel momento, lo vuole vendere; e, come se non bastasse, perché il prezzo salga, ci vogliono altri acquirenti ed altra gente disposta a vendere. Questo fa capire perché i maggiori trader parlano di ‘battere il mercato’: ‘guadagnare’ significa ‘battere’ gli altri.
Ma ‘gli altri’ chi sono? È bene che capiamo subito che la nostra controparte è gente molto preparata, professionisti dell’investimento che hanno come unico scopo di… ‘batterci’ a loro volta.
Questa doverosa considerazione ci porta a capire come, per affrontare i mercati, dobbiamo essere preparatissimi dal punto di vista teorico generale, conoscere bene il mercato e chi vi opera direttamente, avere confidenza con gli strumenti di trading più usati e che quindi determinano le tendenze del mercato. Per questo motivo, è bene formarsi una preparazione teorica personale sui testi che meglio spiegano le principali tecniche di trading, non tanto per applicarle, quanto per capire, in generale, come si muova la maggioranza degli operatori del mercato.
Noi vi consiglieremo alcuni testi, ma attenzione: tutti i libri che parlano di trading tendono a fare vedere gli aspetti positivi di una tecnica e quindi vi potrebbero far pensare ad un facile guadagno: NON È COSÌ!!!
Vi ricordo che il guadagno nel trading passa per una dura e puntigliosa formazione del carattere e dell’atteggiamento, che prescindono dalla tecnica o dal pattern che si possa utilizzare.

Per cominciare a capire i grafici vi consigliamo alcuni libri di analisi tecnica. Il più completo è sicuramente Analisi tecnica dei mercati finanziari di Martin Pring, considerato una vera e propria bibbia dell’analisi tecnica, perché analizza nei particolari tutti i meccanismi che influenzano i mercati finanziari e i principi dell’analisi tecnica.

L'importanza dei grafici !

Abbiamo già detto come il principio su cui si fonda l’analisi tecnica (o più in generale l’analisi grafica) è che tutto quello che bisogna sapere su un mercato sta ’scritto’ sul suo grafico. Ciò che è oggetto delle nostre attenzioni è il prezzo o più precisamente la variazione del prezzo in funzione del tempo. È chiaro che, in quest’ottica, risulta fondamentale la scelta dell’intervallo di tempo di cui si vuole rappresentare la variazione, ma questo è un argomento molto complesso che merita di essere trattato, a parte, in seguito. Quindi per fissare le idee parliamo di rappresentazioni grafiche giornaliere (daily): in pratica teniamo in considerazione i parametri del prezzo presi durante una giornata borsistica. Ma quali sono? I valori che vengono considerati sono l’apertura, il massimo, il minimo e la chiusura. L’apertura è il primo prezzo che viene negoziato durante la giornata, la chiusura l’ultimo e il massimo e il minimo sono rispettivamente il prezzo più alto e quello più basso della seduta borsistica. Vedremo come questi valori vengano manipolati in tantissimi modi per cercare di capire approfonditamente le dinamiche del prezzo.
A questo punto ci chiediamo come possiamo rappresentare questo insieme di valori in un grafico. Ci sono tanti modi per disegnare il grafico di borsa, ma, per una esposizione più semplice, ci limitiamo alle rappresentazioni più usate: il grafico lineare, il grafico a barre e le candele giapponesi.
Il grafico lineare si costruisce rappresentando sull’asse orizzontale la scala temporale (nel nostro caso i giorni di negoziazione) e sull’asse verticale i prezzi di chiusura di ciascuna seduta borsistica. I punti ottenuti vengono uniti da una linea che quindi rappresenta la ‘fotografia’ del nostro mercato. Una rappresentazione di questo genere ci mostra subito le tendenze e le variazioni del prezzo e soprattutto ha il vantaggio di essere di facile lettura, ma è chiaro che non può essere considerata una analisi approfondita del mercato perché utilizza uno solo dei quattro parametri di una seduta di borsa.
Il grafico a barre e le candele giapponesi sono due tipi di rappresentazioni in cui si utilizzano tutti i quattro parametri della seduta di borsa. La giornata non è rappresentata da un punto ma da una barra o da una candela in cui sono segnati chiusura, apertura, massimo e minimo. Quindi il risultato che verrà fuori sarà molto più complesso da interpretare rispetto al grafico lineare ma ci permetterà di avere a disposizione un immagine più completa di cosa stia succedendo.
Approfondiremo, fin dalla prossima pubblicazione, in particolare la rappresentazione a barre e a candele perché la capacità di interpretare questi tipi di grafici risulta fondamentale per capire le dinamiche del mercato.

Il grafico rappresenta l’immagine del mercato che stiamo osservando: sapere ‘leggere’ un grafico è l’abilità fondamentale per chi deve fare l’analisi del prezzo di un qualsiasi asset. Cominciamo col dire che sull’asse orizzontale di un grafico di borsa c’è il tempo su quello verticale il prezzo.

Questo fa subito capire come osservando la linea di un grafico qualsiasi ci rendiamo immediatamente conto che, se la linea segna una pendenza verso l’alto ci troviamo di fronte ad un asset che negli ultimi tempi ha fatto delle buone performances, ed inoltre, in funzione della pendenza della linea si capisce quanto siano stati veloci, nel tempo, questi incrementi del prezzo.

Ora si capisce bene cosa vuol dire quando sui giornali finanziari si parla di movimenti laterali o impennate del prezzo, ci si riferisce proprio all’andamento grafico. È bene anche conoscere alcuni termini che sono legati all’andamento grafico del prezzo.

Il più importante è chiaramente trend. Il trend, volendolo spiegare in modo un po grossolano, è una fase in cui il grafico del prezzo ha una chiara direzione. Si parla di uptrend in fase di aumento del prezzo e downtrend in fase di diminuzione. Per la definizione e la corretta individuazione di un trend vi rimandiamo ai prossimi articoli.

Quando si parla di rally ci si riferisce ad un brusco ma breve rialzo del prezzo in una fase discendente, mentre la correzione è l’esatto contrario, una diminuzione di prezzo in fase di rialzo.

Un altro termine spesso usato è legs (letteralmente gambe) riferito alla oscillazioni con cui procede il grafico del prezzo durante una fase di trend.

Il time frame rappresenta il tempo che passa tra un rilevamento ed il successivo nel tracciare un grafico. Ad esempio su un grafico giornaliero (daily) si segnano i dati a fine giornata, su un grafico a 5 minuti si fa una rilevazione ogni cinque minuti. Fin qui niente di particolare, ma ci sono alcune doverose precisazioni che bisogna fare.

Innanzi tutto facciamo una distinzione tra intraday, daily e weekly. I time frame intraday sono quelli che segnano dati durante la giornata borsistica: grafici a1 ora, 30 minuti, 15 minuti fino ad arrivare a quelli ad 1 minuto. Negli altri time frame i grafici vengono tracciati con i dati di chiusura della giornata.

L’immagine che si ha del mercato, nei diversi time frame, ha, chiaramente, un significato diverso. Gli intervalli temporali intraday sono influenzati dalle speculazioni di chi cerca di ‘cogliere’ le piccole fluttuazioni che avvengono durante una giornata (scalper), inoltre si può notare come vi siano nette differenze nell’attività (e quindi nelle oscillazioni) durante le diverse ore del giorno. Osservando un grafico intraday si vede subito come in prossimità dell’apertura e della chiusura della seduta l’attività degli investitori sia molto più intensa. Gli intervalli temporali daily e weekly, invece, danno un immagine globale del grafico che si sta osservando, facendone cogliere i grandi movimenti e permettendo di prospettare dei veri e propri scenari futuri.

Per chi inizia a leggere un grafico di borsa risulterà molto più semplice analizzare un grafico con time frame più grande i cui segnali grafici, come vedremo, risultano molto più ‘affidabili’.

Scegliere il mercato

Il mestiere del trader è fare continuamente scelte. Una delle scelte di primaria importanza è quella del mercato in cui operare. Ma cosa si intende per mercato? Contrariamente a quanto si pensa comunemente un mercato è costituito da ogni singolo titolo o opzione o future o quant’altro sia negoziabile e su cui ci siano dei negoziatori.

I parametri che bisogna valutare per fare questa scelta sono sostanzialmente tre. Innanzitutto il volume degli scambi: un numero elevato di transazioni è una garanzia maggiore per proteggersi da speculazioni o da movimenti costruiti e, soprattutto, un mercato con elevati volumi, garantisce la possibilità di aprire e chiudere le posizioni ai livelli che si era programmato.

Altro parametro importante è la volatilità. Il trader va alla ricerca di mercati che siano sufficientemente volatili per poter guadagnare sufficientemente sulle oscillazioni, ma, cosa altrettanto importante, la volatilità non deve essere eccessive per non rischiare i ’salti’ che non permettono una programmazione adeguata dell’operazione.

Terza, ma non meno importante variabile è ‘l’aspetto grafico’ del mercato. Se noi operiamo utilizzando i grafici e alcuni particolari pattern è chiaro che dobbiamo valutare con attenzione quanto su quello specifico mercato si verifichino le possibilità che vogliamo cogliere.

Spesso chi si avvicina al mondo degli investimenti si chiede se sia possibile riuscire a realizzare profitti con costanza. Questa parola ‘costanza’, retaggio del modo di pensare comune dei piccoli risparmiatori o di chi vive di stipendio, spesso porta l’investitore novizio a ‘valutare’ i profitti dei propri investimenti sulla base di guadagni mensili o, peggio ancora, nell’arco di una settimana. Tutto ciò è assolutamente sbagliato.


Un investitore o un trader deve cogliere occasioni di guadagno che non sono costanti ed uguali nel tempo, anzi, spesso, la maggior parte dei profitti si realizza nell’arco di poche operazioni altamente profittevoli, mentre nelle altre si fanno piccoli guadagni o si ‘limitano i danni’. Questo è dovuto alla struttura dei mercati, che si trovano, per la maggior parte del tempo, in fasi di congestione e solo per periodi brevi fanno registrare dei forti movimenti direzionali che tecnicamente vengono chiamati trend. Proprio così, l’investitore, il trader o chiunque abbia intenzione di tirare fuori qualche soldo dai mercati deve imparare a cogliere il trend e seguirne la direzione.

Ma cosa sono i trend? Esistono veramente? E se esistono durano un tempo tale da permetterci di sfruttarli? E come si possono riconoscere? Tutte domande legittime a cui non sempre è facile rispondere, anche perché se fosse così riveleremmo il segreto arcano che sta dietro i mercati. Purtroppo nessun segreto e nessuna formula, solo tanto studio, tanto lavoro e tanta pazienza.

Cominciamo col dire che i trend esistono eccome, basta dare un occhiata a qualche grafico e si nota subito come ci sono momenti in cui la linea che segna la variazione del prezzo subisce vere e proprie impennate o dei crolli quasi verticali. È proprio in quelle situazioni (che sono anche quelle più difficili da trovare) che si realizzano i profitti. Ma la buona notizia è che un trend tende a persistere. Questo è proprio uno dei principi dell’analisi tecnica. Quindi, una volta individuato correttamente un trend, abbiamo serie possibilità di sfruttarne le possibilità direzionali e realizzare un guadagno.

Nella seconda parte di questo articolo (che pubblicheremo nella prossima settimana) analizzeremo i vari metodi per cercare di individuare un trend. Intanto vi consigliamo di iniziare a leggere ( o rileggere) gli articoli, della sezione analisi tecnica, Capire i grafici a barre, saranno utili alla comprensione della continuazione di questo articolo.

Parliamo oggi delle varie tecniche che i trader esperti utilizzano per l’individuazione corretta del trend. Teniamo a precisare che comunque nessun tipo di tecnica o osservazione ci darà mai la certezza del trend, come in tutto ciò che regola il mondo dei mercati si parla di previsioni statisticamente efficaci, mai di certezze!

La definizione di trend dell’analisi tecnica classica dice che un qualsiasi grafico si trova in trend (per esempio ascendente) fino a quando fa registrare nuovi massimi. Questo significa che osservando un grafico a barre fino a quando vediamo barre con il bordo superiore più alto della precedente ci troviamo in trend.

Si capisce bene che per quanto questa definizione sia semplice e chiara non potrebbe essere usata dal punto di vista operativo. Per questo motivo tutti i trader si sbizzarriscono a coniare nuove formule per l’individuazione operativa di un trend, noi citeremo quelle che ci sembrano, per la nostra esperienza, più ragionevoli e più efficaci.




TUTTO SULLE CANDELE GIAPPONESI

mercoledì 28 maggio 2008

La Mifid / Consulenza Finanziaria Indipendente !

Consulente finanziario indipendente fee-only
(Fee Only Financial Planner)

Chi è il consulente fee-only?

La Legge 13-2007, del 17 febbraio 2007, in recepimento della Direttiva 2004/39/CE detta Mifid (Markets in Financial Instruments Directive) ha istituzionalizzato la figura professionale del consulente finanziario privo di conflitti di interesse; entro la fine del 2008 verrà creato l’Albo della categoria.

Fee-only significa letteralmente “solo a parcella”; tale espressione identifica agli occhi dell’investitore il professionista remunerato direttamente dal cliente e privo di qualsiasi conflitto di interesse.

Il consulente fee only non percepisce provvigioni/commissioni di alcun genere da banche, SIM, compagnie assicurative, SGR e non è quindi legato alla vendita di prodotti; infatti, l’investitore che si affida ad un consulente fee only non deve trasferire il proprio denaro da un intermediario ad un altro, ma continuerà ad operare con la propria banca di fiducia e si avvarrà del professionista solo per avere i servizi di consulenza di cui necessita.

Il consulente fee only si distingue per alcuni tratti fondamentali:

  • Assenza di conflitti d’interesse: lavora solo per i suoi clienti e non su mandato di un intermediario. Questo garantisce in merito all'imparzialità della sua consulenza e lo distingue dal promotore finanziario/tied agent. Il consulente fee only percepisce direttamente dal cliente un compenso per la sua prestazione professionale assimilabile all'onorario di un avvocato o di un commercialista.

  • Competenza professionale: frequenta percorsi formativi personalizzati e seminari di aggiornamento erogati da esperti del settore. Il consulente fee only, oltre ad essere in grado di analizzare tutti i prodotti proposti da banche, compagnie di assicurazione e reti di vendita, può fornire consulenza su un’ampia gamma di servizi che spaziano dalla finanza, alla previdenza, dall’immobiliare fino a tematiche più ampie come quelle aziendali e dei patrimoni più complessi.

  • Efficienza e trasparenza: tra gli obiettivi prioritari vi sono la protezione dell’investitore dai consigli viziati dal conflitto di interesse da parte di coloro che collocano prodotti (promotori finanziari, private banker, funzionari di banca, dipendenti postali, agenti assicurativi, mediatori creditizi), l’abbattimento di tutti i costi superflui che gravano sul suo patrimonio e l’implementazione di una corretta pianificazione finanziaria e patrimoniale.

Affidandosi ad un consulente senza conflitti di interesse, l’investitore continuerà ad utilizzare la propria banca di fiducia e non vi sarà passaggio di denaro tra cliente e consulente.

Giuridicamente la figura professionale del consulente finanziario indipendente fa riferimento al contratto d'opera (art. 2222 del Codice Civile) e si inquadra nella categoria dei prestatori d'opera intellettuale così come disciplinato dagli articoli 2229 e seguenti del Codice Civile. In tale contesto il soggetto si obbliga, dietro corrispettivo e senza vincolo di subordinazione, ad eseguire un servizio od un'opera nei confronti del committente con lavoro prevalentemente personale, indipendentemente dal risultato che sarà raggiunto (c.d. obbligazione di mezzi).

In ambito fiscale i servizi di consulenza finanziaria rientrano tra i redditi di lavoro autonomo disciplinati dagli articoli 49 e 50 del Testo Unico delle imposte dirette, che così citano:
"Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall'esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio di professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diverse da quelle d'impresa."

è da rilevare in questa fase iniziale l'obbligo di legge, per talune categorie di professionisti e quindi per l'esercizio di tali professioni, di essere iscritti in appositi albi. Per quanto riguarda il consulente finanziario d'investimento, non c'è alcun obbligo in quanto non esistono albi o elenchi professionali.

Non sussiste perciò alcun vincolo di iscrizione a o apertura di posizioni neppure presso le varie e numerose associazioni esistenti per l'esercizio della professione.

Norme del diritto comune Regolamento dell'attività di consulenza
Prestazione d'opera intellettuale ex art. 2229 c.c. Non intermediazione, non agente monomandatario che opera per conto di un intermediario, retribuzione a carico del cliente con onorario e non con commissione e/o provvigione.
Obbligazione di mezzi (e non di risultato) ex art. 2230 c.c. Il prestatore non è responsabile nell'ipotesi in cui, pur avendo operato con la dovuta diligenza, il risultato non è stato raggiunto. L'accertamento delle eventuali inadempienze deve riguardare la modalità dello svolgimento dell'attività professionale, prescindendo così dal mancato conseguimento del risultato.
Responsabilità solo per dolo o colpa grave ex art. 2236 c.c. Se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d'opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o di colpa grave.
Obbligo di correttezza (art. 1175 c.c.) L'attività deve svolgersi seguendo le regole della correttezza imposte nel libro IV "Delle obbligazioni" del Codice Civile.
Obbligo di diligenza (diligenza del buon padre di famiglia) ex art. 1176 c.c. Indicazione dei mezzi e degli accorgimenti che il professionista deve porre in essere per attuare il tipo di attività consigliata, consentendo di distinguere eventualmente tra inadempimento non dovuto a colpa e inadempimento dovuto a colpa.

Definizione di Consulente Finanziario Indipendente

Il consulente finanziario indipendente è un soggetto che, a titolo oneroso e su base continuativa, svolge un'attività di consulenza verso terzi, direttamente o anche attraverso pubblicazioni o comunicazioni, in materia di strumenti finanziari ovvero circa il valore e/o l'andamento di strumenti finanziari e/o l'opportunità di investimento, acquisto o vendita degli stessi e/o su base continuativa produce o promulga analisi o reports riferentesi agli strumenti finanziari.

La CONSOB ha dato una definizione dell'attività di consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari. Essa consiste nel fornire al cliente indicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le operazioni più adeguate, in relazione alla situazione economica ed agli obiettivi del cliente stesso. Essa si caratterizza quindi per:

  • l'esistenza di un rapporto bilaterale e personalizzato fra il consulente e il cliente, fondato sulla conoscenza degli obiettivi di investimento e della situazione finanziaria del cliente stesso, così che le indicazioni siano elaborate in considerazione della situazione individuale dello specifico investitore
  • la posizione di strutturale indipendenza del consulente rispetto agli investimenti consigliati
  • l’inesistenza di limiti predeterminati in capo al consulente circa gli investimenti da consigliare
  • la circostanza che l'unica remunerazione percepita dal consulente sia quella ad esso pagata dal cliente, nel cui interesse il servizio è prestato
Iscrivi adesso al corso gratuito

lunedì 26 maggio 2008

L'Analisi Tecnica

Introduzione

In queste pagine troverete solo un assaggio di Analisi tecnica, sono stati scritti infatti migliaia di libri su questa disciplina centenaria e non sarà certo possibile sviscerarla in questo sito. E' mio obiettivo farvi solamente venire l'appetito perché possiate approfondire la materia autonomamente, scegliendo le parti che più vi piacciono o che più si adattano alla vostra filosofia di trading.


La teoria di Dow è alle fondamenta di tutta l'analisi tecnica. I principi fondamentali su cui si basa furono esposti da Charles H. Dow, (noto specialmente in binomio con Jones, per la creazione dell'indice Dow-Jones), in una serie di articoli tra il 1900 ed il 1902 e successivamente ripresi da William P. Hamilton e Robert Rhea, che li riorganizzò nella forma che oggi si conosce.

Egli paragonava gli andamenti di Borsa alle maree.
Come, infatti la progressiva accentuazione o il progressivo indebolimento delle successive ondate rivela una fase di alta marea o una di bassa marea, così un indice di Borsa o il prezzo di un titolo, tradotto in grafico, rispecchia un ciclo al rialzo quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre maggiori e, viceversa, rispecchia un ciclo al ribasso quando le fluttuazioni successive toccano livelli sempre minori.
Questa concezione rappresenta la base dell'Analisi Tecnica e racchiude in sé, nella sua estrema semplicità, il germe di tutte le evoluzioni che si sono succedute fino a oggi.

Dow evidenzia due concetti basilari:

1.

E' possibile rilevare l'esistenza di una tendenza attraverso l'osservazione di una successione di picchi e avvallamenti crescenti (tendenza al rialzo) o decrescenti (tendenza al ribasso).

2.

Vi è uno sganciamento dello studio dei prezzi dall'esame dei fattori economici, sociali, ambientali, ecc. che incidono sulla loro formazione.

Questo ultimo aspetto, in particolare, caratterizza l'Analisi Tecnica sulla base del principio che i prezzi scontano tutto: non solo gli aspetti economici di fondo, ma anche speranze, paure, umori, razionali e irrazionali, dei compratori e dei venditori; tutti fattori che, normalmente, sono ritenuti inquantificabili ma che, invece, alterano sistematicamente e significativamente il valore teorico di un bene quotato.


Elementi di base dell'Analisi Tecnica

Vedremo ora su quali elementi si basa concretamente l'analisi Tecnica nello studio di un qualunque bene finanziario.



Trend

Il trend o tendenza è la direzione lungo la quale si muove il grafico delle quotazioni del titolo analizzato.
Normalmente il movimento presenta una serie di oscillazioni che possono rendere poco evidente questa direzione di marcia se non si definiscono prima le regole interpretative.
Se si osserva l'andamento di un grafico di lungo periodo, diciamo di più anni, si può rilevare, all'interno di una tendenza di massima ben definita, l'esistenza di finestre temporali ridotte durante le quali il movimento si sviluppa in direzione opposta a quella principale; se si scende ancora in maggiore dettaglio si possono osservare ulteriori movimenti in controtendenza rispetto a quelli precedenti; e così via.

Tutto questo significa che l'individuazione di una tendenza non può prescindere dalla preventiva definizione dell'arco temporale di osservazione: ciò che, ad esempio, può apparire come una tendenza al ribasso di breve periodo, se guardata in un quadro più generale, si rivelerà probabilmente come una semplice correzione temporanea di una tendenza al rialzo di più lungo periodo.

Linee di tendenza

Una volta stabilito quale deve essere l'ambito di osservazione, si adotta generalmente una tecnica molto semplice per l'evidenziazione della tendenza da rilevare: si uniscono con una retta più punti di minimo relativo in caso di movimento ascendente o più punti di massimo relativo in caso di movimento discendente. Queste rette prendono il nome di linee di tendenza o trendlines.

Naturalmente, una volta tracciata la trendline, può accadere che il movimento, pur mantenendo la stessa direzione, accentui significativamente angolazione accelerando. Sta alla sensibilità dell'analista la decisione sull'opportunità di mantenere la vecchia trendline o di tracciarne una nuova. A questo proposito va detto che il nostro occhio ha una capacità risolutiva eccezionale ...

Normalmente, a meno che non si vogliano rilevare tendenze di periodo minore rispetto a quello sotto osservazione, si provvederà a tracciare una nuova trendline solo se le nuove oscillazioni presentano all'incirca la stessa ampiezza di quelle precedenti; in caso contrario sarà opportuno considerarle come movimenti minori nell'ambito di un trend più ampio.

Un grafico che vìola o, come più comunemente si dice, perfora la trendline segnala un esaurimento del trend in atto. Pertanto, un trend si considera esaurito se il grafico scende sotto il livello della trendline nel caso di movimento ascendente o sale sopra il livello della trendline nel caso di movimento discendente.

Canali

Si usa spesso tracciare una parallela alla trendline facendola passare per almeno un punto di massimo se la trendline è ascendente o un punto di minimo se la trendline è discendente.
Si ottiene, così, un canale la cui logica interpretativa è identica a quella delle trendlines.
Il canale dà, in più, la visione dell'ampiezza delle oscillazioni e, quindi, la possibilità di valutare lo spessore del mercato. Canali più ampi, infatti, derivano da un maggiore spessore del mercato e sono solitamente riferiti a periodi temporali più lunghi; pertanto, proprio perché maggiormente consolidati, riflettono maggiori probabilità di persistenza del trend.
Viceversa, canali ristretti, specie se particolarmente ripidi, risultano abbastanza fragili e poco affidabili.

Da cui possiamo affermare che la durata di un trend tende ad essere direttamente proporzionale alla sua ampiezza.

L'inclinazione di un trend, invece, tende a essere inversamente proporzionale alla sua ampiezza.

Sideway

Può accadere, naturalmente, che il valore quotato del quale si traccia l'andamento si snodi, tra alti e bassi, in direzione laterale. La scarsa direzionalità prende il nome, in tal caso, di sideway o movimento di congestione, ma restano ugualmente validi i concetti sopra esposti.


Supporti e Resistenze

Nel grafico delle quotazioni di un valore finanziario si possono rilevare dei livelli di prezzo che, in qualche maniera, ostacolano il proseguimento della tendenza in corso: questi ostacoli prendono il nome di supporti e resistenze.

In altri termini, il supporto non è altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si può osservare che il grafico arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o più volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all'ulteriore discesa vengono sconfitte.

Ribaltando il concetto, la resistenza è un livello di prezzo che ostacola il proseguimento di un trend ascendente: in prossimità di una resistenza, il grafico arresta la sua ascesa, tentenna, rimbalza una o più volte all'ingiù prima di ridefinire la direzione di marcia; così come per il supporto, anche la violazione di una resistenza implica delle conseguenze, questa volta positive, dovute alla sconfitta delle forze che si opponevano all'ascesa dei prezzi.

Una cosa di grande importanza è che una resistenza, una volta perforata diventa un supporto, così come un supporto, una volta perforato diventa una resistenza.

Stop loss

Lo Stop Loss e' uno degli aspetti piu' importanti per chi fa trading di breve e spesso il suo utilizzo fa la differenza.

Questo strumento permette di chiudere le posizioni che si rivelano errate contenendo la perdita che si realizza,ricreando liquidita? da utilizzare.

In pratica quando ricaviamo un segnale di acquisto dall?analisi tecnica,questo non sempre si rivela corretto.In altre parole se il titolo anziche? salire comincia a scendere si applica lo stop loss:.

L'azione viene venduta immediatamente con una perdita molto contenuta (solitamente inferiore all 1%) e a quel punto saremo pronti ad impostare nuove operazioni senza bloccare la liquidita'.La prima regola per un Trading vincente e?infatti quella di tagliare le perdite e lasciar correre i profitti.




Supporto statico

Nel grafico delle quotazioni di un valore finanziario si possono rilevare dei livelli
di prezzo che, in qualche maniera, ostacolano il proseguimento della tendenza
in corso: questi ostacoli prendono il nome di supporti e resistenze.

In altri termini, il supporto non' altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si puo' osservare che il titolo arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o piu' volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all'ulteriore discesa vengono sconfitte.




Volumi (scambi)

Quantita' di titoli scambiati in uno specifico intervallo di tempo. I volumi possono essere utilizzati per ottenere indicatori utili ai fini dello studio dell'andamento dei prezzi e vengono rappresentati nei grafici dalle barre verticali nella parte bassa di un grafico.

Lo studio dei volumi ,accompagnato da quello dell'andamento del titolo, consente di avere conferme sui segnali rialzisti o ribassisti permettendo cosi' all' analista di evitare spesso i falsi segnali che il mercato genera.

Infatti quando la media degli scambi delle ultime sedute viene superata in contemporanea ad un segnale rialzista o ribassista questo avra' molte piu' probabilita' di essere confermato nei giorni sucessivi.



Target Price (TP)

Il target price costituisce l'obiettivo di prezzo fissato a seguito dell? acquisto di un titolo, effettuato secondo le indicazioni dell? analisi tecnica o dell?analisi fondamentale.

Quando si imposta la strategia operativa dobbiamo sempre avere una chiara idea di quello che vogliamo ottenere. Imposteremo sempre lo Stop Loss e il Target Price come valore dove poter chiudere la posizione in guadagno.

Se stiamo utilizzando l? Analisi Tecnica sara? importante far coincidere il Target Price in un punto preciso (resistenza), dove ci si aspetta che il titolo termini il suo movimento rialzista.

Quando il Target Price e? raggiunto, a meno di una ulteriore rottura rialzista, chiuderemo la posizione realizzando il guadagno



Doppio Massimo (figura di inversione ribassista)

Il Doppio massimo e' una delle piu' classiche figure dell'Analisi Tecnica ed e' facilmente riconoscibile quando si verifica in quanto ha caratteristiche chiare ed attendibili.La figura di inversione ribassista si trova infatti al culmine di un trend rialzista sostenuto , dopo una prima correzione si assiste ad un rimbalzo che riporta le quotazioni al livello del primo massimo raggiunto.Sul test di questa resistenza i volumi sono inferiori a quelli del precedente picco e la correzione inizia dando forma alla classica figura M . La conferma ribassista arriva sulla rottura della linea di supporto passante alla base di questa M e l'obiettivo di questo pattern e' equivalente all'altezza della figura ribaltata al ribasso.Spesso pero' , soprattutto quando i due massimi sono distanti nel tempo l'uno dall'altro la correzione prosegue diventando una vera e propria inversione ribassista. Quando al contrario il pattern viene negato , e la resistenza dei due massimi viene perforata al rialzo avremo un segnale di continuazione del trend rialzista in essere.




TUTTO SULLE CANDELE GIAPPONESI

martedì 20 maggio 2008

Virtual Trading Room !



IT Corporation
Trader Giuseppe Atorino

NOVITA’ ASSOLUTA
TRADING ROOM VIRTUALE GRATUITA





• Potrai seguire le mie operazioni sul mercato stando comodamente al tuo PC
• Consigli Pratici, perché è sul mercato che impari veramente a fare trading e non a corsi SOLO TEORICI.
• Imparerai Strategie operative direttamente da un professionista del trading.
• Entrerai a far parte dei pochi trader vincenti.
• Con Windows Live Messenger è come essere nella stessa stanza, possiamo
parlare, vederci, interagire e tanto altro ancora.
• Riuscirai a comprendere i veri segreti dei trader vincenti e la loro gestione
del capitale.


In questi cinque anni di professione ho constatato che per divenire veramente padroni di una metodologia vincente sul mercato, non serve tanta teoria, ma bensì tanta tanta pratica.

Le reali difficoltà si incontrano ad applicare la teoria ricevuta e studiata sui mercati reali e con denaro reale.
Per questo motivo ho ideato un servizio gratuito di videoconferenza quotidiana, per condividere con chiunque una giornata borsistica.
Mettere la mia personale esperienza di trading gratuitamente al servizio di coloro che vogliono acquisirla.

Il mercato ogni giorno presenta casi diversi, che difficilmente possono essere catalogati o peggio ancora omologati su testi o in corsi, necessitano di ragionamento, conoscenza, nervi saldi ecc. ecc.

Tanti iniziano, ma solo pochi riescono nell’impresa di guadagnare con costanza e ripetitività soldi sui mercati, molti abbandonano sconfitti, e con il portafoglio prosciugato.





IL mio contatto MSN è g.atorino@hotmail.it

Per contatti via e-mail giuseppe.atorino@libero.it

venerdì 9 maggio 2008

Candele Giapponesi

Candlestick (candele giapponesi)

Il Japanese Candlestick e' un metodo di rappresentazione grafica dell'andamento di un titolo o di un bene quotato sul mercato finanziaro. La sua funziona e' quella di esprimere graficamente l'andamento dei prezzi in modo da darci immediatamente l'idea di quello che sta accadendo sul mercato, ovvero se siamo in presenza di forze rialziste o ribassiste. Questo e' possibile grazie alla configurazione di ogni candela che utilizzano i dati : Apertura- Chiusura-Minimo - Massimo e una colorazione differente per le sedute positive e quelle negative.

In un grafico in base giornaliera ogni candela rappresenta una singola seduta.Se l'apertura e' inferiore alla chiusura avremo una candela bianca ,se la chiusura e' inferiore all'apertura avremo invece una candela nera.

La parte colorata e' il corpo della candela (real Body) mentre le due estensioni che rappresentano i minimi e i massimi della giornata sono chiamate Shadows (upper shadow sul massimo e lower shadow sul minimo). Al variare dei prezzi otterremo ovviamente delle candele dalle forme piu' disparate che si dividono in diverse categorie e danno interpretazione di mercati al rialzo, al ribasso o in fase di congestione/indecisione. Tra le piu' comuni abbiamo :

Long candle - Small candle - Marubozu candle- Doji Line- Spinning Top

  • Long white (segnale rialzista) : quando il corpo della candela e' molto ampio (possibilmente il triplo rispetto alla seduta precedente)

  • Long Black (segnale ribassista) : quando il corpo della candela e' molto ampio (possibilmente il triplo rispetto alla seduta precedente)

  • Small white ( consolidamento) : Quando la chiusura e'poco superiore all' apertura

  • Small black (consolidamento) Quando la chiusura e' poco inferiore all'apertura

  • Marubozu White (segnale rialzista) Quando il minimo e il massimo della seduta coincidono con l'apertura e la chiusura (non ci sono shadow) in una giornata positiva.

  • Marubozu Black (segnale ribassista) Quando il minimo e il massimo della seduta coincidono con l'apertura e la chiusura (non ci sono shadow) in una giornata negativa.

  • Doji Line (indecisione / inversione ): Quando l'apertura e la chiusura coincidono

  • Spinning Top (indecisione/congestione) : Quando si hanno minimi e massimi distanti e un corpo della candela piccolo simile alla Small candle.

Analizzando i grafici spesso ci troviamo di fronte a degli insiemi di candele che si ripetono e che generano delle configurazioni particolari dalle quali possiamo ricavare segnali di acquisto e vendita . Questi insiemi sono chiamati "Pattern" e possono essere di inversione del trend in essere , di continuazione o di indecisione.Abbinati all'analisi grafica , allo studio dei volumi e ad alcuni oscillatori (ad esempio l' Rsi ) diventano determinanti per un trading vincente.


giovedì 8 maggio 2008

La mia operatività

Tranquillità e pacatezza nelle mie riflessioni. Sono basilari tre schemi per operare con profitto: "E' fondamentale entrare nel mercato dopo uno studio approfondito, quindi con le idee chiare a priori. Occorre prendere posizione ponendosi a favore della tendenza in atto e, terza regola imprescindibile, avere la forza di chiudere le negoziazioni impostate anche in perdita." Quando opero, non mi faccio distrarre dalla lettura dei quotidiani, che anzi spesso mi spingono solo a "vendere sulle notizie"; difatti utilizzo unicamente una serie di fornitori di dati di mercato, poiché convinto assertore di uno dei principi base dell'analisi tecnica: "I prezzi dicono tutto. Esprimono in maniera spesso facilmente interpretabile quelle che sono le due variabili che muovono i mercati, domanda ed offerta.
E' davvero eccitante vedere che un
titolo parte al rialzo appena dopo averlo comperato a seguito di un braekout"
"Specie nell'operatività intraday non utilizzo sofisticati strumenti d'analisi: fare scalping" per me "significa interpretare i livelli di entrata ed uscita dal mercato. Le rotture di importanti supporti e resistenze indicano nel corso di ogni seduta borsistica le opportunità di acquisto o di vendita. Saper individuare le fasi di congestione che preludono a movimenti direzionali dei prezzi è la base del mio lavoro. In particolare io che seguo il mercato con grafici a 15 minuti ho solo bisogno fondamentalmente di un buon servizio del genere, che non mi faccia rimanere al buio specie nei momenti topici". Non ha importanza se il mercato sale o scende, lo seguo semplicemente e la maggior parte delle operazione profittevoli le realizzo proprio quando il mercato scende.

Quale capitale è necessario per operare con la mia metodologia?
Generalmente per l’intraday sono sufficienti 1-2 mila euro con marginazione del 1000 % offerta da alcuni broker online tra cui Intesa Trade che io stesso utilizzo (ciò significa operare in borsa ogni giorno con 10-20 mila euro)
La marginazione è consentita solo ed esclusivamente intraday ed è la chiave di svolta per chi ha pochi capitali da investire ma una buona strategia operativa.

Quanto può guadagnare un trader professionista?
Penso che ormai anche in Italia ci siano esempi chiari di persone che hanno lasciato il loro mestiere per dedicarsi a tempo pieno al trading e che hanno saputo dimostrare che con costanza e metodo si possono ottenere dei risultati non indifferenti. Ormai da cinque anni mi confronto giornalmente con il mercato: è sempre una sfida allettante e formativa. Per restare vincenti occorre prima di tutto conoscere se stessi: accettare i propri limiti e le proprie debolezze per ripartire più forti e consapevoli dopo le difficoltà che inevitabilmente si dovranno affrontare. Bluffare con il mercato non è mai una buona cosa: quando scopre le tue carte può fare molto male mentre nella vita a volte si può bluffare su tutto e farla sempre franca. Detto questo, un trader professionista mediamente dovrebbe portare a casa tra le 300 e le 500 euro al giorno, in maniera da potere accumulare un capitale per il futuro. Prima di arrivare a queste cifre, però, occorre perseverare e capire qual è l’atteggiamento personale migliore. Il primo passo verso il proprio successo è sapersi concentrare più che sul guadagno ottenibile, sulla variabile del rischio/rendimento, che è poi il vero segreto per non dilapidare il proprio capitale nei momenti di avversità.
Ecco la schermata della giornata lavorativa del 15 Luglio 2008, notate l'orario e i profitti già realizzati: Banca Italease, Unicredit, Pirelli, Telecom Italia


cliccare sull'immagine per l'ingrandimento

Se vuoi assistere dal vivo alla mia operatività non ti resta che seguirmi ogni giorno su MSN g.atorino@hotmail.it oppure iscriverti ai miei corsi gratuiti

martedì 6 maggio 2008

Psicologia del trading

L'importanza del lato psicologico nell'attivita di trading e' fondamentale e risaputa da chiunque abbia qualche esperienza del trading. Comperare o vendere strumenti finanziari per ottenere dei profitti non e' per niente facile. Non solo procura spesso perdite finanziarie, ma conseguentemente anche forti emozioni negative come stress, ansia o paura del fallimento.

Conn questa serie di informazioni affronteremo ed analizzeremo ogni singola categoria e cercheremo di trovare degli spunti operativi per migliorare la nostra attivita' di trading in ognuna di esse.

Innanzitutto cerchiamo di individuare quali sono gli errori più comuni nel trading e quali abilita' invece bisogna acquisire per fare trading di successo ed avere una prima idea del risultato che ci prefissiamo di raggiungere

Queste liste non possono essere esaustive ma cercano di identificare gli errori piu' comuni, tenendo presente che per ogni punto trattato esistono intere famiglie di errori collegati. Ad ogni errore viene segnalato, tra parantesi, a quale categoria generale del trading questo appartenga.

1. Rifiutare di definire una perdita (decisione, controllo del rischio).

2. Non chiudere una posizione anche dopo aver riconosciuto che il potenziale del trade e' fortemente diminuito (decisione, sistemia e stile di trading).

3. Detenere a lungo una forte opinione sulla direzionalità specifica del mercato, evitando di considerare eventuali elementi che la negano. Da un punto di vista psicologico significa cercare di controllare il mercato con le proprie aspettative (aspettativa , decisione) (relazione psicologica fondamentale).

4. Focalizzarsi sul potenziale monetario del trade e non sul potenziale di mercato. (credenza, riferimenti, decisione)

5. Trading di vendetta (controllo emotivo)

6. Non invertire la posizione anche quando si ha una chiara intuizione che il mercato si sta girando (decisione, paura ,aspettativa).

7. Non seguire le regole del trading system o del metodo operativo che si è deciso di adottare (autodisciplina)

8. Attendere un trade e trovarsi poi immobilizzato e perdere cosi' l'opportunità di fare dei profitti (danni-psicologici).

9. Non agire sul proprio istinto o intuito (bassa autostima)

10. Non avere scelto il proprio stile di trading (mancanza di chiarimento delle singole parti che interagiscono con il trading).

11. Stabilire una consistente serie di successi nel trading e poi perdere tutto in uno o due trade e riniziare il ciclo. (valori sui soldi, autostima) (controllo psicologico).

12. Fare trading in uno stato negativo, con continue tensioni, (relazioni psicologica fondamentale).

13. Uscire dalla aspettative del killing o big trade (mancanza di un piano di trading).

Acquisire le seguenti abilita' aiuta a limitare notevolmente i maggiori errori del trading:

Tabella delle Abililtà da acquisire

1. Capire che cosa si vuole ottenere dal trading.

2. Ritrovare o trovare passione e motivazione a fare trading.

3. Imparare a riconoscere le abilita' necessarie per progredire come trader e rimanere focalizzato sullo sviluppo di queste abilita', e non sul risultato finale (cioè i soldi che sono il naturale prodotto di queste abilita' acquisite).

4. Imparare a capire e fare funzionare il sistema fondamentale psicologico (i valori di vita, le credenze intime e le regole inconsce, i riferimenti, le emozioni e le domande che vi ponete) in proprio favore e non come nemico.

5. Decidere che stile di trading usare.

6. Imparare a costruire un sistema di trading personale che sia in armonia con il proprio carattere, la propria sensibilità, i propri scopi e lo stile di trading scelto che deve rispettare la regole dei sistemi (sia trading system che trading discrezionale).

7. Costruire un sistema di Money Management compatibile con il proprio stile di trading, il proprio sistema e voi stessi, identificando il livello di rischio personale accettabile, ed imparare ad espanderlo.

8. Imparare a conoscere altre tecniche di controllo del rischio oltre lo stop loss.

9. Invertire la relazione psicologica fondamentale del trading profitto = piacere = aspettativa raggiunta, perdita = dolore = aspettativa disillusa a proprio favore

10. Imparare a fare trading senza stress, paura, ansia, aspettative.

11. Imparare a seguire le vostre regole.

12. Imparare a cancellare o ridurre i danni psicologi creati dal trading.

13. Imparare a fare trading intuitivo.

14. Imparare a fare profitti e mantenerli.

Vediamo adesso quali sono le caratteristiche di un trader perdente e di un trader vincente, in relazione allo stato del trader.

Trader Perdente Trader Vincente Stato Del Trader
PAZIENZA Attende che le opportunità si materializzino seguendo un piano di azione prestabilito Reagisce seguendo impulsi personali
DISCIPLINA Segue la sua strategia. E' capace di associare positività alla disciplina. Emozionale, spesso confuso. Odia la disciplina.
STRATEGIA ben pianificata ha creato un sistema compatibile con se stesso e che funziona Non usa una metodologia Organizzata
SISTEMA Ben preparato: ha fatto i compiti a casa "Possiede un sistema previsionale definito e testato Poca conoscenza del mercato; impreparato. Non ha un sistema o usa sistemi differenti
MOTIVAZIONE Motivazione di lungo termine Fare soldi, gratificazioni istantanee
SCOPI Ben definiti Non definiti
CONTROLLO DEL RISCHIO Rapporto rischio / perdita favorevolee organizzato. Ha sviluppato un sistema compatibile con la suapersonalità e scopi di trading Basso o nessun controllo del rischio
STATO MENTALE positivo, pieno di risorse. Focalizzato rilassato e confident. Controllo mentale Nervoso, ansioso non focalizzato, Fuori controllo.
PERDITA Non considera la perdita come un elemento negativo o da evitare Associa alla perdita sensazioni ed emozioni negative: non vuole perdere
PROFITTO Ottiene consistenti profitti in una strategia definita. Non è focalizzato su un singolo trade Esaltazione delle sensazioni positive collegate al profitto. Mentalità del big Trade

I 10 errori dell'aspirante trader !

Sulla base dei consigli che mi vengono sempre più spesso richiesti da persone che si avvicinano al mondo del trading ho raggiunto una certa esperienza su tutti quegli errori che spessissimo si commettono quando si inizia a pensare al trading come attività. Molti di voi, che ho avuto la fortuna di conoscere anche personalmente in questi anni, sanno bene come il mio approccio si discosti da quelli dominanti e come io tenga sempre a sottolineare aspetti che spesso sono nascosti al grande pubblico che si avvicina al mondo del trading.
Potrei sottotitolare questa lista di errori tipici del neofita con: "quello che gli altri non vi dicono e non vi diranno mai", ma tengo molto a sottolineare l'importanza degli elementi su cui mi sono soffermato rappresentando gli stessi una serie di errori e atteggiamenti tipici di chi si avvicina, spesso pieno di false speranze, al mondo del trading. Insomma, non troverete tra i miei consigli i classici e usurati: "lasciate correre i profitti e tagliate le perdite", che pur rimanendo validi nascondono gran parte dei problemi che l'aspirante trader si trova ad affrontare e dei quali si rende conto spesso troppo tardi ossia quando il danno è già fatto.

Ecco quindi la lista dei 10 errori più tipici del neofita e i consigli di profste su come evitarli: considerate attentamente i punti sui quali vi invito a riflettere e rileggeteli più volte cercando di farli vostri e ricordate che davvero e mai come in questo mestiere non ci sono scorciatoie.

1) Avere fretta.
Molto spesso i principianti e novizi si preoccupano di quelli che, seppur in futuro possono costituire elementi importanti, sono all'inizio semplici dettagli.
Quale piattaforma usare? Come si inseriscono gli ordini? Sono alcuni dei dubbi che assillano la mente degli aspiranti trader che si mettono così sulla strada della sicura rovina impegnandosi nel distinguere e riconoscere gli alberi, ma perdendo di vista la foresta.
All'inizio dovete sostanzialmente pensare SOLO ed ESCLUSIVAMENTE allo studio e all'apprendimento , senza preoccuparvi di iniziare a operare.
Non aprite quindi nessun conto trading con soldi reali (come minimo ritengo necessario un anno di studio preventivo), ma utilizzate uno dei tanti software gratuiti, con i dati End Of Day. Ad esempio prorealtime, che utilizzo io stesso ogni giorno, permette anche la ricezione dei dati tempo reale ed è una piattaforma completa sotto ogni aspetto e anche molto avanzata. Tuttavia per usarla non dovrete aprire alcun conto trading e il vostro capitale resterà così al riparo da errori e perdite, che sicuramente incontrerete nel periodo di apprendimento. Sempre con prorealtime troverete anche un ottimo simulatore di portafoglio, con cui fare trading simulato (paper trading) e tenere d'occhio i vostri progressi nella fase di apprendimento.
Non abbiate fretta di aprire un conto reale o peggio fare operazioni reali, anche se le offerte possono sembrare attraenti e vantaggiose, sappiate che ci saranno anche l'anno prossimo. Aspettando di raggiungere una maggior conoscenza dei mercati finanziari avrete fatto la cosa giusta: quella di proteggere il capitale. Scelta che da sola potrebbe portarvi a superare il primo anno di vita da trader, dove la maggior parte dei neofiti viene letteralmente spazzata via proprio per la fretta di iniziare a fare sul serio e senza capire che è proprio studiando che si inizia a fare sul serio, non andando sui mercati senza avere la più pallida idea di ciò che accade.

2) Iniziare con denaro reale il trading intraday e/o con i futures.
E' collegato al primo errore, la fretta, insieme al quale rappresenta uno dei metodi più rapidi e veloci per entrare a far parte della statistica dei trader falliti, che rappresentano il 95% di chi ci prova e che entro il primo anno di attività viene letteralmente spazzato via dal mercato. Non mi stancherò mai di ripeterlo: iniziate con il trading su carta (paper trading) per farlo non dovete aprire nessun conto trading e questa esperienza fondamentale vi accompagnerà finché non avrete dimostrato di saper guadagnare con continuità e costanza. Ovviamente il paper trading andrà fatto nel modo più realistico possibile: mi raccomando: non barate
MAI! .

3) Lasciare il proprio lavoro attratti dalla possibilità di un'indipendenza e libertà finanziaria.
Non fate MAI questo errore, che vi porterà di nuovo in modo rapido alla rovina e se non siete soli, cosa ancor più grave potrebbe mettere a rischio la vostra famiglia. In tutto ilo periodo di apprendimento, che richiede anni, e finché non avrete dimostrato di saper trarre con costanza dal mercato un reddito sufficiente per mantenere il vostro tenore di vita attuale. Il reddito andrà aumentato dell'aleatorietà insita nel mestiere del trader, che quindi prevede anche mesi e mesi di inattività e perdite, nei quali le vostre spese restano invariate. Se quindi a titolo di esempio ora guadagnate 1000€/mese netti, dovrete dimostrare (prima su carta per un periodo lungo e poi dal vero per un periodo altrettanto lungo) di riuscire a trarre dal mercato con continuità una media di 2000€/mese perché dovete comprendere anche la pensione, il TFR e assicurazioni varie che con il mestiere di trader non sono compresi.
Vi ricordo che al momento di iniziare le probabilità sono tutte contro di voi e l'unica certezza che avete è che perderete e moltissimo, molto probabilmente tutto quello che avete.

4) Sovrastimare le vostre possibilità di guadagno e capacità di fare trading.
Collegato al precedente questo errore si commenta da solo, ma è un altro dei metodi che portano la maggior parte degli aspiranti trader a lasciare entro il primo anno o a entrare a far parte di quel 95% di perdenti cronici che affollano i mercati e arricchiscono il 5% dei rari vincitori. In realtà ho capito che poi quel 5% è rappresentato per un 4% dai break even trader, ossia coloro che sono in pari, ma col loro trading fanno guadagnare solo gli intermediari e broker, grazie al volume di commissioni generate, quindi chi guadagna realmente è a mio avviso solo l'1% dei partecipanti.
Ricordatevi che più studierete e più vi accorgerete di saperne poco, solo chi non studia può avere la presunzione di ad esempio aprire un blog o sito e mettersi dispensare consigli di trading o peggio parlare delle proprie operazioni: entrate, uscite, Stop Loss e quant'altro.

5) Dichiarare i vostri trade e dispensare consigli non richiesti.
Altro errore tipico e collegato al precedente, alla base c'è comunque la presunzione e la convinzione di saperne qualcosa, laddove solo l'ignoranza o peggio la mitomania può portarvi a commetere una leggerezza simile.
Sappiate solo che tutti i più grandi trader, quei pochi che guadagnano veramente, sono quasi ossessivi riguardo alla riservatezza che copre le loro operazioni. Non saprete mai veramente chi è colui che guadagna veramente in questo mestiere e se vedete qualcuno dichiarare i propri trade, fornire le proprie visioni sul mercato e dispensare consigli non richiesti: NON FIDATEVI!
Il motivo è semplice e tutti i grandi trader lo sanno, dichiarare i propri trade vi mette in una condizione di poter poi essere condizionati nel giudizio, che automaticamente perde di obiettività, perché una parte di voi stessi può pretendere di voler avere ragione e dimostrare a chi sa quale trade avete fatto, che appunto voi avete ragione. Niente di più sbagliato, perdere l'obiettività di giudizio è la cosa che non deve MAI accadere e qualora vi succeda dovete saperne riconoscere i sintomi tempestivamente, fermarvi e riguadagnarla per poter poi riprendere il vostro percorso.

6) Fidarsi di esperti, altri trader, dispensatori di consigli e dritte, chiunque.
Sapete bene come su questo punto io sia il primo che continua a sottolineare l'importanza di arrivare a sviluppare una propria metodologia indipendente, compito che richiede anni, che vi svincoli completamente dalla dipendenza verso gli altri.
NON FIDATEVI DI NESSUNO, neanche del sottoscritto. Il vostro scopo primo dev'essere quello di arrivare a formare un vostro metodo di analisi e giudizio che sia completamente indipendente e vi permetta di decidere autonomamente i vostri trade, le entrate, le uscite, gli stop loss e quant'altro. A quel punto capirete anche l'importanza del punto precedente, quello della riservatezza.
Il fatto di non fidarvi di nessuno non implica certo la necessità di chiudersi in una torre d'avorio, perché il confronto con gli altri e l'apprendimento da chi ne sa più di voi sono passaggi fondamentali della vostra formazione, ma lo scopo che non dovete mai dimenticare è quello di arrivare all'indipendenza totale.
Anche le parole che leggete qui devono solo servirvi ad evitare di commettere tutti quegli errori, in realtà molto tipici, che portano verso la sicura rovina. Devono costituire uno stimolo a studiare e ad apprendere, così come a saper dare il giusto ordine alle cose, senza avere MAI fretta di iniziare.

7) Porsi obiettivi temporali ristretti.
Molti pensano di poter arrivare a fare trading in breve tempo e quindi di poter iniziare a "guadagnare qualcosina" o peggio di "riuscire a fare una fortuna" in breve tempo. Niente di più sbagliato!
Sappiate che l'unica cosa che riuscirete a fare in breve tempo è rovinarvi completamente ed essere spazzati via dal mercato e che le statistiche dicono che se siete agli inizi avete la quasi certezza che ciò avvenga.
Ponetevi un obiettivo temporale adeguato. Tre (3) anni per arrivare ad essere un break even trader (ossia colui che riesce a pagarsi i costi di fare trading, senza ancora guadagnare un centesimo) e cinque (5) anni per arrivare ad essere un trader profittevole e quindi poter iniziare a considerare la possibilità di dedicarsi esclusivamente a questa attività. Chiaramente questi periodi sono considerati adeguati per una persona che dedichi al trading e all'apprendimento una media di almeno 6 ore effettive giornaliere, se svolge un'altra attività dovrà quindi dedicare all'apprendimento del trading i weekend e le vacanze di ogni genere.

8) Sottostimare i costi del trading.
Anche se non sembra fare trading costa e dovete sapere trattare quest'attività come una qualsiasi altra attività imprenditoriale.
I costi più evidenti sono quelli del computer e della connessione a internet, poi ci sono quelli dei software e delle forniture dei dati. Cercate di mantenere tutti questi costi al minimo.
Più avanti vi preoccuperete dei costi delle commissioni (per ora calcolate facendo simulazione un minimo di 10€ per transazione), le tasse sugli eventuali guadagni, i costi di tenuta conto e contabilità (dovete tenere un registro molto preciso di tutte le vostre attività e il vostro tempo ha un valore).
Dovrete anche computare un salario minimo con cui calcolare il tempo di studio dedicato al trading e porvi come obiettivo di recuperarlo. Ad esempio nel mio caso, avendo dedicato una media di 12 ore al giorno per anno al trading a allo studio, calcolando un salario di 5€/ora (che direi è il minimo che potete concedere a voi stessi) devo considerare un costo di circa 20000€/anno da includere nei costi per poter fare un calcolo effettivo della redditività della mia attività. Se, infatti, avessi dedicato tutto quel tempo ad un lavoro a salario minimo ogni anno avrei intascato 20000€, che quindi sono un costo.
Questo è solo un esempio, ma serve per farvi capire come sia fondamentale comprendere tutti i costi diretti e indiretti nel bilancio della vostra attività.

9) Essere sottocapitalizzati.
Questo punto si ricollega alla leggerezza con cui alcuni novizi pensano di poter iniziare a "provare coi futures", magari con i mini, tanto appunto sono mini e non ci si può far male.
Niente di più sbagliato!
I futures nel bene e nel male sono la Ferrari monoposto e non potete pretendere di iniziare a imparare a guidare con una Ferrari da formula uno, il risultato lo potete immaginare da soli.
L'esempio dovrebbe essere sufficiente, ma voglio spiegare a fondo i motivi. In sostanza il problema/vantaggio dei futures sta nel leverage ossia nel fatto che con una piccola somma si riesce a controllare un capitale molto superiore. Ad esempio per un contratto mini riferito al nostro indice S&P MIB si può controllare una somma corrispondente a circa 43000€ con soli 1500€. Ecco quindi che innanzitutto è possibile perdere più di quanto si mette, perché voi state investendo 43000€, non 1500, quindi un movimento avverso che porti l'indice da 43000 a 40000 corrisponderà in una riduzione del vostro investimento di pari entità, anche se voi avete versato solo 1500 come margine di garanzia.
Con i futures quindi dovete sempre tenere presente l'esatto controvalore investito, non il margine di garanzia versato. Se quindi pensiamo ad un contratto S&P MIB normale, voi con 5000€ potete controllare 215000€ e questo può portarvi alla rovina in un attimo: è mezzo miliardo di vecchie lire!
Ecco perché i futures dovranno essere eventualmente il vostro punto di arrivo, non di partenza, così come si inizia a guidare su una 500 per poi eventualmente arrivare alla Ferrari, ma essendo consapevoli del fatto che si può passare la propria vita anche guidando una Croma o una Multipla ed essere felici.
Non è quindi necessario arrivare necessariamente ai futures, ma si può tradare per una vita azioni ed ETF e riuscire ad ottenere risultati più che soddisfacenti e dignitosi.
Se mai arriverete a tradare i futures il mio consiglio è quello di avere una somma liquida disponibile corrispondente al valore effettivamente investito: se vorrete tradare un mini S&P MIB a prescindere dal margine di garanzia dovrete disporre di 43000€ che dedicherete solo al trading e non ad altre spese, in modo da far corrispondere al controvalore investito una vostra reale disponibilità.

10) Non dire ai propri familiari che si fa trading, mentire con se stessi e con i propri familiari sui risultati, le perdite e le proprie capacità.
Chi vi sta vicino e in particolare chi dipende da voi deve conoscere esattamente ciò che fate e appoggiare le vostre scelte. Se vi ritrovate a fare trading di nascosto o a mentire su perdite e risultati negativi siete su una strada pericolosissima, molto simile a quella del giocatore del video poker, da cui non vi distingue più nulla e anche gli effetti rovinosi possono essere molto simili e nel caso del trading spesso molto più gravi. Se il giocatore di videopoker arriva a rovinarsi a colpi di 50€ alla volta, immaginate cosa potete fare voi con i vostri 10000/50000/100000€ per volta.
La vostra famiglia deve essere al corrente di ciò che fate, deve appoggiarvi pienamente, supportarvi e rendersi conto dei rischi che si corrono. Questo non significa fare una telecronaca delle proprie operazioni e trade, che comunque potrebbe avere gli effetti citati al punto 5, bensì tenere al corrente del generale andamento e dei progressi che state facendo nel trading, senza mentire o peggio enfatizzare i risultati positivi e nascondere o minimizzare quelli negativi.
Il discorso vale anche per voi stessi, dato che spesso si tende a mentire soprattutto quando ci si guarda allo specchio, riproducendo comportamenti più simili a quelli dello scommettitore d'azzardo che del trader professionista che, come sappiamo bene, a differenza del primo, non scommette MAI.